Dopo aver partecipato a 5 Dakar, Stefano Marrini aveva deciso di prendersi un momento sabbatico, ma il richiamo per questa gara, la voglia di poter arrivare al traguardo, lo ha portato ha prendere una decisione e quindi quest’anno ha deciso di fare ritorno.
Ed il suo ritorno sarà completamente nuovo, infatti la Dakar ritorna in Africa, precisamente in Arabia Saudita, ma sopratutto con un mezzo nuovo e visto l’amicizia che ci lega perchè non intervistarlo prima di questa nuova avventura?
1- Dopo le tue 5 Dakar c’è stato un momento di pausa, cosa ti ha portato a partecipare di nuovo e con un mezzo diverso?
Marrini:” Ciao a tutti, la pausa è dovuta al fatto che purtroppo ormai con una vettura T2 e per il concetto di Dakar che ultimamente si è sviluppato (estremamente dura e con tantissima sabbia)… è praticamente impossibile per un privato arrivare alla fine!
Se si guardano le ultime 3/4 edizioni direi che le uniche vetture T2 arrivate (ad eccezione della vettura del RTeam quest’anno) sono state le Toyota ufficiali e neanche sempre!
Ormai è diventata una gara tabù per le vetture di questa categoria!
Quindi la scelta è andata verso l’unica categoria di vetture che possono permettere ad un privato di poter partecipare,
Sono vetture che richiedono un budget se pur molto alto…sicuramente inferiore alle vetture T1″
2-Puoi parlarci del tuo mezzo ?
Marrini: “La vettura che userò è una Yamaha YXZ 1000 di proprietà di Marco Blanc! e visto l’amicizia che ci lega me l’ha messa a disposizione dimostrando anche da parte sua di aiutarmi nell’intento di portare al termine questa gara!
La vettura, sulla carta, non è sicuramente la più performante della sua categoria, scontrandosi con i Can-Am e Polaris che dispongono di maggior potenza, ma la reputo affidabile tanto quanto le altre per cui essendo il mio unico obiettivo quello di arrivare al termine della gara, parto con la consapevolezza che sia la macchina giusta per me!”
3-Con chi correrai al tuo fianco?
Marrini: “Al mio fianco ci sarà Nicolas Garcia! É un caro amico argentino, ormai collocato tra i navigatori top nei campionati rally di Argentina e Cile.
Non aveva nessun tipo di esperienza nelle gare di cross country, ma anche lui è affascinato dal mondo Dakar per cui da marzo abbiamo intrapreso un percorso di preparazione che ci ha portati ad assaggiare le dune del Qatar, piuttosto che gli sterrati della Romania, per concludere con questa gita “formativa” adesso in Marocco!
Quindi fiducia massima!”
4-Quali sono le tue aspettative?
Marrini:” Aspettative…Spero di poter arrivare al termine di questa gara! É l’aspettativa di sempre che però non si è mai verificata! Ma sono molto fiducioso in quando questa vettura, come detto precedentemente, è più affidabile ed in generale, più a misura di privato!”
5-Qualche Team e qualche pilota ha deciso di abbandonare la Dakar ed è passato all’AER, hai mai pensato di parteciparvi?
Marrini: “Questa domanda ormai mi ronza attorno alle orecchie da tantissimo tempo… Ed è anche giusto che porti a riflessione… Ma sinceramente???… Non ci ho mai minimamente pensato! A me piacciono questo tipo di gare in generale… Ma questa passione parte dal fascino del mito Dakar! E Dakar per me… non è una “zona geografica” (l’obbligatorietà di vedere Dakar come un concetto solo africano) ma uno spirito, un modo di competere contro te stesso e con ostacoli che per un privato diventano quasi insuperabili! Quello che ormai si definisce spirito della sfida! E credo, alla luce di esperienze vissute, che solo la Dakar rappresenti questo! In qualsiasi parte del mondo venga organizzata e se vediamo, anche i team ufficiali seguono con la partecipazione alla Dakar! Oltre a questo c’è la valutazione della componente economica! La AER costa poco meno della Dakar… ma quando ho provato a chiedere ai miei sponsor un supporto per parteciparvi mi hanno sempre così risposto… Cosa è la AER??? Mentre se dici Dakar…partono i ricordi che ognuno di noi ha di imprese passate (di piloti…basta ricordare il grande Meoni) oppure di storie vissute (il mio primo sponsor Dakar… Un carissimo amico… Mi offrì il primo supporto per la mia prima Dakar in ricordo per la sua passione che era nata quando aveva 16 anni e gli avevano regalato una moto enduro tipo tenere’ hahahah)””
6- Ultima domanda… facciamo un salto nel passato, hai qualcosa da rimproverarti o credi di aver sbagliato qualcosa nelle ultime Dakar che hai fatto( anche se molta sfortuna ti ha perseguitato)
Marrini: “Per quanto riguarda il passato… sinceramente il rimprovero che posso farmi, al di là di singoli eventi legati anche più o meno alla sfortuna, è tendenzialmente quello di aver intrapreso un percorso contro un evento che spesso definisco “più grande di me”!
Ovviamente lo reputo tale sopratutto dal punto di vista economico.
L’averla affrontata sempre con budget limitati ha fatto sì che poi la prestazione ne abbiano risentito.
Come accennato prima, usare delle vetture T2 ha reso di base tutto complicato, se poi ci mettiamo sopra la fragilità della struttura e del percorso di preparazione, viene da sé che il risultato sia quello verificatosi, ma la sfida è anche questa! Anzi… è quel quid che rende la sfida ancora più affascinante anche se poi duri qualche mese prima di assorbire il colpo del ritiro!
Però adesso siamo nella fase in cui l’entusiasmo è tornato alle stelle per cui cerchiamo di vedere tutto in maniera positiva”.
Come sempre siamo pronti a tifare per te fiduciosi di vederti sul quel palco alla fine della Dakar.
In bocca al lupo Stefano.