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L’ HARLEY DAVIDSON SFIDA IL DESERTO

L’Edizione 2024 dell’Africa Eco Race ha visto come moto partecipanti una Harley Davidson, e precisamente una Pan America 1250.

Vi domanderete non ci credo, non può un mezzo così pesante superare dune e sabbia. Con un peso di 229 kg ed una potenza di 152 cv, la Pan America ha sfidato il deserto africano e guidata da un gran pilota esperto come Juan Pedrero ( ha partecipato a 15 Dakar) è riuscita ad arrivare fino alla fine piazzandosi in 25esima posizione nella Classifica Generale e prima nella Categoria maxi trail ….COMPLIMENTI.

Certo non è stata una passeggiata, anche perchè la moto era di serie, unica modifica fatta  al radiatore per meglio affrontare le condizioni del deserto.

Pedrero ha portato la Pan America oltre il limite sfidando quasi l’impossibile, ma come si è visto la Moto ha superato tutte le difficoltà dimostrando affidabilità e capacità nell’affrontare percorsi impossibili o almeno lo erano per la l’Harley.

Pan Americo in action

Sappiamo bene cosa vuol dire Harley Davidson, avventura, libertà ed esperienza quindi non aspettiamo altro di poter fare un bel giretto.

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4 CHIACCHERE CON MARCELLO CARUCCI

Dopo un periodo di sosta riprendiamo in mano il blog ricominciando da dove eravamo rimasti. In attesa di seguire la Dakar e l’AER tra i vari post che vedo su Facebook mi sono fermato su un grande MOTOVIAGGIATORE ….MARCELLO CARUCCI.

Già contattato in passato dove gli feci un paio di articoli, incuriosito lo contatto dopo tanto tempo e gli propongo una piccola intervista. Come sempre disponibile gli mando una email con una serie di domande e come suo solito mi risponde puntualmente. Ed eccoci qui pronto a scrivere questo articolo dedicato a lui …come sempre GRAZIE MARCELLO

  • CIAO MARCELLO PARTIAMO SUBITO DAI TUOI PROGETTI, HAI QUALCHE VIAGGIO IN PROGRAMMA NEI PROSSIMI MESI?
  • Ciao assolutamente si. Ho in programma qualche raid, uno è il ritorno, la quarta volta, in Algeria dove sono appena rientrato il 21 settembre di quest’anno, poi aspettando che la situazione politica si stabilizzi e che cessino queste guerre, il mio obbiettivo è ritornare a viaggiare in Africa ed in Medio Oriente anche perchè viaggiare in Europa è stupendo, ma il contatto umano che trovi in Africa è imparagonabile.
  • Ormai sappiamo benissimo la tua passione da motoviaggiatore e da scopritore di posti bellissimi …ma raccontaci anche della gente che incontri,: ospitalità, cortesia, disponibilità e hai avuto anche qualche brutta avventura?
  • Sono esattamente 43 anni che viaggio e ti posso dire che solo una volta mi è capitato una brutta esperienza, esattamente in Turchia e in Georgia dove ho subito un’aggressione di notte e ho dovuto passare la notte nel distretto di polizia….
  • Nei prossimi viaggi raccontami con che moto li affronterai?
  • Bhe i miei prossimi viaggi saranno realizzati in parte con la Yamaha World Raid e con la mitica Hayabusa dove ha già percorso ben 270.000 Km.
  • Marcello cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere un viaggio?
  • Bella domanda, bhe innanzitutto dovrebbe avere le idee chiare e studiare il viaggio ( itinerario ) magari studiando bene i percorsi, vedi i motori di ricerca, contattando vari viaggiatori che hanno già fatto un viaggio simile, informarsi della parte burocratica, come vestirsi cosa portarsi dietro di indispensabile…insomma ci vogliono mesi di preparazione, di certo l’improvvisazione non la condivido e ne la consiglio.
  • Mi dai la tua definizione di Motoviaggiatore?
  • Vedi per essere motoviaggiatore è colui che conosce luoghi, siti archeologici, panorami insomma cogliere tutte le bellezze del posto dove si visita, ma sopratutto conoscere i popoli, le loro usanze, i loro stili di vita insomma adeguarsi anche al posto dove si va. Inoltre bisogna anche avere una buona preparazione fisica anche perchè i lunghi viaggi sono si belli da affrontare, ma anche molto duri, ho attraversato 10 volte la Russia, 12 volte la Tunisia, Marocco, Senegal il Nord Europa insomma ho viaggiato molto.
  • Per concludere Marcello vedo che la maggior parte dei tuoi viaggi sono in Africa, cosa rappresenta per te questo continente?
  • Guarda molti viaggi li ho dedicati ai paesi dell’est dove nel 2015 sono arrivato a Kumamoto ( primo motoviaggiatore italiano ospitato dalla Honda in Giappone) un impresa unica anche perchè la feci in solitaria andata e ritorno in soli 2 mesi percorrendo 36500 km. Poi mi sono dedicato, ma non è mai abbastanza, al continente africano dove oltre ad avere visto luoghi meravigliosi, ho conosciuto gente meravigliosa con una grande umanità ed ospitatiltà.

La mia piccola intervista con Marcello Carucci finisce qui ringraziandolo come sempre per la sua umiltà e disponibilità e vi ricordo che seguirò altri motoviaggiatori e mi raccomando seguitemi.

E mi raccomando seguite Marcello sul sito http://www.marcellocarucci.it

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DAKAR 2020-ALBERTO BERTOLDI CI RIPROVA

In questi giorni (9/12/2019) Alberto Bertoldi si trova – insieme al suo amico Alessandro Botturi – in Tunisia.
Grazie alla sua disponibilità sono riuscito a contattarlo ed a farmi rilasciare una breve intervista.

Ciao Alberto, raccontaci di te e di come è nata la tua passione per la moto.
Ciao a tutti.
Dopo una settimana di fuoco – ho portato la moto a Le Castellet per le verifiche prima che la imbarcassero in direzione Arabia Saudita – finalmente il deserto, la mia Africa.
Mi trovo in Tunisia insieme al mio amico “Bottu” per allenarci un po’ in vista delle due competizioni, ormai alle porte, per me la Dakar 2020 e per lui l’AER.
La mia passione per i motori nasce sin da ragazzino, sia per le 2 che per le 4 ruote, quando già il solo sentire il suono di un motore mi dava emozione, ma la vera passione è sempre stata la moto.
Ho una discreta padronanza tanto per le moto da strada, quanto per quelle da pista – ho partecipato a qualche campionato italiano – ma la vera viscerale passione è la sabbia, un fascino tutto speciale quello dell’associare moto e deserto.
A 18 anni – con un amico – ho affrontato per la prima volta l’Africa con un piccolo Lada Niva 4×4.

E’ stata un’emozione unica e quasi impossibile da trasmettere, ma in quel viaggio mi è stato chiaro che la mia passione per la moto andava associata al deserto.
Così è quindi nato questo splendido connubio emotivo, questo amore che ora mi sta portando per la seconda volta a correre questa competizione…la DAKAR

 Cosa rappresenta per te la Dakar 
Beh rappresenta senza dubbio alcuno un sogno.
Già lo scorso anno, con la 1° partecipazione, il mio sogno si era realizzato, ma la cattiva sorte non mi ha consentito di portarla al termine.
Quest’anno ci riprovo. E sarà la realizzazione di un sogno ancora più grande, perché la gara torna in Africa, nelle terre che amo sin da ragazzo.

Cosa significa per te Africa
Bella domanda!
Per me Africa è libertà, quando sei nel deserto senti di essere in pace con te stesso. Io è questo ciò che provo.
Ho attraversato molti paesi africani, vuoi in safari, vuoi in viaggio avventura; recentemente con un caro amico ho comperato un Discovery, siamo partiti insieme, ora lui si trova in Gabon ed ogni 6 mesi ci spostiamo “più in là” con l’intenzione di arrivare in Namibia e lasciare lì l’auto per qualche anno.

Dare un “connotato”, un aggettivo al mal d’Africa è impossibile, ognuno di noi vive sicuramente in modo diverso questi luoghi magici, con la propria pelle e con i propri occhi.
Però esiste anche una grande condivisione di emozioni tra coloro che l’hanno vissuta e la vivono ancora, ci si capisce al volo, senza troppe spiegazioni. Ed è quanto mi è successo, in compagnia del mitico Toni Merendino durante il viaggio in nave per raggiungere Douz. Perché l’Africa è vita, è anima.

Programmi futuri
Dopo la Dakar mi dedicherò un po’ al mio concessionario e alla mia officina staccando la spina perchè sarò sicuramente saturo dopo la gara, ma in attesa di un’altra gara.
Altro obiettivo, come ti dicevo, è di portare il fuoristrada in Namibia.

Grazie Alberto per l’intervista breve, ma intensa e non possiamo fare altre che augurarti un grosso in bocca al lupo

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DAKAR 2020-STEFANO MARRINI….PRESENTE!

Dopo aver partecipato a 5 Dakar, Stefano Marrini aveva deciso di prendersi un momento sabbatico, ma il richiamo per questa gara, la voglia di poter arrivare al traguardo, lo ha portato ha prendere una decisione e quindi  quest’anno ha deciso di fare ritorno.

Ed il suo ritorno sarà completamente nuovo, infatti la Dakar ritorna in Africa, precisamente in Arabia Saudita, ma sopratutto con un mezzo nuovo e visto l’amicizia che ci lega perchè non intervistarlo prima di questa nuova avventura?

1- Dopo le tue 5 Dakar c’è stato un momento di pausa, cosa ti ha portato a partecipare di nuovo e con un mezzo diverso?

Marrini:” Ciao a tutti, la pausa è dovuta al fatto che purtroppo ormai con una vettura T2 e per il concetto di Dakar che ultimamente si è sviluppato (estremamente dura e con tantissima sabbia)… è praticamente impossibile per un privato arrivare alla fine!
Se si guardano le ultime 3/4 edizioni direi che le uniche vetture T2 arrivate (ad eccezione della vettura del RTeam quest’anno) sono state le Toyota ufficiali e neanche sempre!
Ormai è diventata una gara tabù per le vetture di questa categoria!

Quindi la scelta è andata verso l’unica categoria di vetture che possono permettere ad un privato di poter partecipare,
Sono vetture che richiedono un budget se pur molto alto…sicuramente inferiore alle vetture T1″

2-Puoi parlarci del tuo mezzo ?

Marrini: “La vettura che userò è una Yamaha YXZ 1000 di proprietà di Marco Blanc! e visto l’amicizia che ci lega me l’ha messa a disposizione dimostrando anche da parte sua di aiutarmi nell’intento di portare al termine questa gara!
La vettura, sulla carta, non è sicuramente la più performante della sua categoria, scontrandosi con i Can-Am e Polaris che dispongono di maggior potenza, ma la reputo affidabile tanto quanto le altre per cui essendo il mio unico obiettivo quello di arrivare al termine della gara, parto con la consapevolezza che sia la macchina giusta per me!”

3-Con chi correrai al tuo fianco?

Marrini: “Al mio fianco ci sarà Nicolas Garcia! É un caro amico argentino, ormai collocato tra i navigatori top nei campionati rally di Argentina e Cile.
Non aveva nessun tipo di esperienza nelle gare di cross country, ma anche lui è affascinato dal mondo Dakar per cui da marzo abbiamo intrapreso un percorso di preparazione che ci ha portati ad assaggiare le dune del Qatar, piuttosto che gli sterrati della Romania, per concludere con questa gita “formativa” adesso in Marocco!
Quindi fiducia massima!”

4-Quali sono le tue aspettative?

Marrini:” Aspettative…Spero di poter arrivare al termine di questa gara! É l’aspettativa di sempre che però non si è mai verificata! Ma sono molto fiducioso in quando questa vettura, come detto precedentemente, è più affidabile ed in generale, più a misura di privato!”

5-Qualche Team e qualche pilota ha deciso di abbandonare la Dakar ed è passato all’AER, hai mai pensato di parteciparvi?

Marrini: “Questa domanda ormai mi ronza attorno alle orecchie da tantissimo tempo… Ed è anche giusto che porti a riflessione… Ma sinceramente???… Non ci ho mai minimamente pensato! A me piacciono questo tipo di gare in generale… Ma questa passione parte dal fascino del mito Dakar! E Dakar per me… non è una “zona geografica” (l’obbligatorietà di vedere Dakar come un concetto solo africano) ma uno spirito, un modo di competere contro te stesso e con ostacoli che per un privato diventano quasi insuperabili! Quello che ormai si definisce spirito della sfida! E credo, alla luce di esperienze vissute, che solo la Dakar rappresenti questo! In qualsiasi parte del mondo venga organizzata e  se vediamo, anche i team ufficiali seguono con la partecipazione alla Dakar! Oltre a questo c’è la valutazione della componente economica! La AER costa poco meno della Dakar… ma quando ho provato a chiedere ai miei sponsor un supporto per parteciparvi mi hanno sempre così risposto… Cosa è la AER??? Mentre se dici Dakar…partono i ricordi che ognuno di noi ha di imprese passate (di piloti…basta ricordare il grande Meoni) oppure di storie vissute (il mio primo sponsor Dakar… Un carissimo amico… Mi offrì il primo supporto per la mia prima Dakar in ricordo per la sua passione che era nata quando aveva 16 anni e gli avevano regalato una moto enduro tipo tenere’ hahahah)””

6- Ultima domanda… facciamo un salto nel passato, hai qualcosa da rimproverarti o credi di aver sbagliato qualcosa nelle ultime Dakar che hai fatto( anche se molta sfortuna ti ha perseguitato)

Marrini: “Per quanto riguarda il passato… sinceramente il rimprovero che posso farmi, al di là di singoli eventi legati anche più o meno alla sfortuna, è tendenzialmente quello di aver intrapreso un percorso contro un evento che spesso definisco “più grande di me”!
Ovviamente lo reputo tale sopratutto dal punto di vista economico.
L’averla affrontata sempre con budget limitati ha fatto sì che poi la prestazione ne abbiano risentito.
Come accennato prima, usare delle vetture T2 ha reso di base tutto complicato, se poi ci mettiamo sopra la fragilità della struttura e del percorso di preparazione, viene da sé che il risultato sia quello verificatosi, ma la sfida è anche questa! Anzi… è quel quid che rende la sfida ancora più affascinante anche se poi duri qualche mese prima di assorbire il colpo del ritiro!
Però adesso siamo nella fase in cui l’entusiasmo è tornato alle stelle per cui cerchiamo di vedere tutto in maniera positiva”.

Come sempre siamo pronti a tifare per te fiduciosi di vederti sul quel palco alla fine della Dakar.

In bocca al lupo Stefano.

SAHARI CHALLENGE- RALLY D’ALGERIA 2019

Giunto alla Quinta Edizione, il Rally d’Algeria si preannuncia quest’anno tra i più spettacolari e tra i più organizzati nello scenario dei Rally Raid.

La FASM, Federation Algerienne des Sports Mecaniques, organizza sotto il Patrocinio del Ministere de la Jeunesse et de Sports, questa V Edizione che inizierà il 20 Ottobre e si concluderà il 2 Novembre.

Sono già molti gli equipaggi europei che si sono iscritti oltre a molti piloti africani, visto anche l’organizzazione che ogni anno cresce sempre più dando interesse e lustro a questo Raid.

Dando un’occhiata al tracciato l’organizzazione si è impegnata molto in questa Edizione tracciando percorsi molto lunghi nel deserto algerino attraversando magnifici cordoni di dune che circondano  Hassi Messaud e El Menia fino a Gardaia. Con questo itinerario l’organizzazione è riuscita a limitare i trasferimenti offroad.

Spettacolare sarà, come del resto tutto il Raid, il prologo che prenderà il via sulla spiaggia Sable d’Or di Zeralda appena fuori Algeri, per poi il giorno dopo la carovana si sposterà a Biskra dove inizierà a tutti gli effetti il Rally di 3000 km attraverso il deserto algerino.

L’organizzazione ha voluto giustamente dare importanza anche alla partecipazione femminile e dopo il successo del Rally des Colombes dello scorso anno, ha deciso di agevolare l’iscrizione abbassando la tariffa.

Quindi per chi volesse partecipare ed affrontare il favoloso deserto algerino non vi resta altro che iscriversi consultando il sito http://www.FASM-DZ.com oppure scrivendo una email a Paola Picone info@apphotosport.com.

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