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RAID 1000 DUNAS 2018

Si è conclusa  la Prima Edizione del “Raid 1000 Dunas” organizzato da Miguel Puertas ed è stato un successo.

Per tutti i piloti è stata una esperienza non solo motociclistica , ma anche di vita. Questo è ciò che i 21 piloti del 1000 Dunes Raid hanno vissuto durante la settimana  nel deserto marocchino. Cinque stadi di sofferenza e divertimento, di caldo e freddo, di dolore e di euforia. Ma l’emozione più grande per tutti i partecipanti è stato l’arrivo a Cenes de la Vega… Lacrime, abbracci, baci. Le famiglie hanno ritrovato  i loro eroi per quello che sono, autentici sopravvissuti e avventurieri.

I piloti sono arrivati ​​a mezzogiorno a Cenes de la Vega dopo aver raggiunto il porto di Almeria con un certo ritardo causa maltempo. Da lì hanno completato l’ultima tappa con il collegamento Almería-Castell de Ferro di 90 km e un secondo settore a tempo di 120 km nella capitale. All’ingresso del comune, vicino al fiume Genil, una processione della scuola TrialFactory di bambini tra i sei e gli otto anni, piccoli appassionati di motori, si è unito al gruppo.

TESTIMONIANZE

Tra i più emozionati , Luis Linares, nato a Granada, in lacrime all’arrivo. La sua numerosa famiglia lo stava aspettando. “L’obiettivo era finire ed eccoci qui, anche se c’erano giorni in cui era difficile pensare che saremmo tornati. Ho imparato che il mio limite è al di là di quello che pensavo, il secondo giorno volevo già tornare a casa “, ha riconosciuto. “È stata una tortura, non ho fatto niente di così difficile nella mia vita. Calore, freddo, dormire poco e male , tutto il giorno in moto … ma siamo stati una squadra e ci sono stati giorni brutti per tutti », ha spiegato Luis Linares. Una delle prime cose che ha fatto è stato prendere  il cellulare, era suo fratello. «Avrei voluto partecipare … ma non cel’ha fatta. L’anno prossimo verrà, “.

Essenza di famiglia

La parola più ripetuta da tutti coloro che hanno reso possibile questo primo Raid 1000 dune è stata “famiglia”. Vivevano insieme, professionisti e dilettanti, con un gemellaggio assoluto che ora li unisce per sempre. Miguel Puertas, ha affermato che “ciò che mi ha colpito di più è l’entusiasmo dei partecipanti nel cercare di migliorare se stessi, che è quello che stavamo cercando”. “C’è stata solidarietà  in un test molto duro e lento. Lo ricorderanno per tutta la vita “, ha sostenuto

Una cosa ne siamo certi…la prossima Edizione avrà più partecipanti, ottimo anche come test per affrontare la Dakar o l’EcoRace.

STAY TUNED

Miguel Puertas
Danu Oliveras Carreras
Rosa Romero Font

Our Story

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E’ il nostro chiodo fisso! La passione per i motori, per le avventure a due e quattro ruote… dall’asfalto al deserto passando nel fango! …in&off road… seguiamo con voi… strade, gare, raid… emozioni, visioni ed adrenalina di antichi esploratori, ex giovani marmotte, amazzoni… fatti oggi piloti, navigatori, viaggiatori… nella pagina Facebook e nel Blog! 
Ci siamo conosciuti nel 2012, alla nascita di un blog sui motori che vedeva coinvolto Willy, quando, tra gli articoli da scrivere su personaggi più o meno noti dello scenario fuoristradistico italiano, c’era un articolo su Chiara. Saltando a piè pari alcuni mesi, noi, Willy e Chiara, pur senza esserci, ancora oggi, mai incontrati di persona, ci siamo trovati nel condividere l’idea di creare un blog in cui scrivere, con la massima libertà e senza alcun condizionamento esterno, della passione motori che, in maniera diversa, toccava entrambi.

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In memoria di Thierry Sabin…colui che ha donato un sogno

thierryTratto da “DAKAR, l’inferno nel Sahara” di Beppe Donazzan, foto di Gigi Soldano (Giorgio Nada editore)

30 anni fa la morte di Thierry Sabin.

“(…) Patrick Verdoy venne circondato dalle telecamere. Sembrava invecchiato all’improvviso di cinquant’anni. Con voce rotta dall’emozione fece i nomi degli occupanti dell’Ecureil: Thierry Sabine, 35 anni, Daniel Balavoine, 33 anni, Francois-Xavier Bagnoud, 25 anni, Nathalie Odent, 25 anni, Jean-Paul Le Fur, 35 anni. Come un bollettino di guerra.
Il silenzio dell’Africa diventò ancora più silenzio.
Gli amici della Tso acquistarono una pagina su diversi quotidiani. L’ultima lettera.
“Merci, Thierry
C’erano quelli che ti detestavano,
C’erano quelli che ti invidiavano,
C’erano quelli che ti denigravano,
C’erano quelli che ti criticavano.
Quelli che semplicemente non ti conoscevano. Ma ci sono soprattutto gli altri: quelli ai quali hai portato un sogno, la passione, l’evasione, l’avventura, i piloti, i meccanici, i tecnici, le aziende, i loro collaboratori e i milioni di uomini o di donne appassionati di avventura. C’erano infine e soprattutto il deserto e l’Africa che ti amavano…
Sii tranquillo, Thierry, l’avventura continuerà come tu desideravi.
I tuoi amici”.
E continuò.”

Ringraziamo Beppe Donazzan autore del libro “Dakar, l’inferno nel Sahara” per averci oggi ispirato con la pubblicazione di questo passaggio e permettendoci personalmente di condividere con voi l’opportunità di rendere onore alla memoria del grande Thierry Sabine.

Ripetiamo queste parole – oggi, mentre si corre il mito – perchè ci toccano, ci emozionano, perchè questi siamo noi:“…ci sono soprattutto gli altri: quelli ai quali hai portato un sogno, la passione, l’evasione, l’avventura, i piloti, i meccanici, i tecnici, le aziende, i loro collaboratori e i milioni di uomini o di donne appassionati di avventura…”.

Il creatore della Parigi-Dakar, moriva il 14 gennaio 1986 durante l’edizione africana quando precipitò il suo elicottero, e per noi è…colui che ha donato un sogno, il suo sogno, la visione di persone migliori coraggiose di vivere l’avventura.                                                                                                                        All’arrivo sulla spiaggia del lago rosa sarà un altro uomo colui che lancerà in aria il suo casco” – Thierry Sabine.

Chiara Zoppellaro

DAKAR 2016 – STEFANO MARRINI UNICO PILOTA ITALIANO NELLA CATEGORIA AUTO

stefano dakarCon curiosità scorriamo l’elenco iscritti alla mitica Dakar, edizione 2016. Increduli e con un briciolo di sollievo troviamo nella categoria Auto  l’unico connazionale, il N° 413 Stefano Marrini che correrà su Mitsubishi Pajero ex Rally Art. Sinceramente un po’ perplessi per l’assenza di piloti italiani, rinomati amici di cui abbiamo seguito le gesta nelle edizioni precedenti, ci mettiamo in contatto con Stefano per una breve intervista che accetta volentieri e con disponibilità. Chi è Stefano Marrini?

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Cross Country Rally italiano – una passione nel fango, riflessione e visione

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Dopo la bella gara corsa al Baja Costa Smeralda, della serie “pochi ma buoni”, che ne dite di fare due chiacchiere sul nostro campionato italiano? Riflessioni riassuntive e per ragionare sul futuro, per noi e per gli altri. Le facciamo attraverso il blog che rappresenta la passione, RoadRaceRaid.
Intanto, per chi non ci conosce, “noi del Cross Country Rally” siamo piloti e navigatori appassionati di fuoristrada, il fondamento dei nostri percorsi e dell’allestimento delle nostre auto, ciò che ci distingue dai rally e con cui non vogliamo confonderci. È la passione nella passione. L’avventura nell’avventura. L’incognita senza ricognizione. Per le statistiche, abbiamo un’età media di 50 anni, provenienze sociali e di campanile eterogenee, la maggioranza è costituita da uomini, poche donne navigatrici che si possono contare su una mano e sporadicamente una o due donne pilota. Continua a leggere Cross Country Rally italiano – una passione nel fango, riflessione e visione