Cari Followers,
Sono Willy e voglio personalmente raccontarvi una cosa che mi ha emozionato.
Come immaginerete noi di RRR, solitamente, non siamo fisicamente sui campi di gara, chiamala sfortuna, ma dietro alla tastiera, nel nostro piccolo, cerchiamo di stare sul pezzo ad ogni evento cercando di tenervi aggiornati quasi in tempo reale.
Bene, l’altro giorno, parlando con la mia socia Chiara, le confido un mio sogno: intervistare Alessandro Botturi. “Beh – penserete – che c’è di strano” …mah se devo dire la verità, io sono sempre stato un suo tifoso quindi, vuoi un po’ di timidezza personale, e vuoi il timore che non ci rispondesse… non l’avevo mai proposto. Finchè prendo il cellulare e gli mando un messaggio. Incredibile dopo neanche un giorno mi risponde accettando volentieri. Il tempo di scambiarci il numero e sento la sua voce, penserete sono un cretino, ma credetemi appena sento: “ciao sono Alessandro”, un vortice di emozioni mi stava invadendo, un ragazzino che incontra il suo campione, vi sembrerà esagerato, ma io vivo di emozioni, di passioni più o meno grandi, come in questo caso, e sentire colui che tifo da sempre, il pilota che mi ha fatto emozionare alla sua prima Dakar… beh concedetemelo.
Abbiamo pensato di fare un’intervista un po’ diversa dalle altre, e cioè di conoscere Alessandro uomo e non “solo” il pilota, il lato umano prima che quello sportivo.
RRR: Ciao Ale,
sei conosciuto come il “gigante buono”, sei apprezzato da tutti, nel mondo dei raid e del motociclismo e non solo. Nell’ambiente dei piloti non c’è persona che possa parlar male di te.
Noi desideriamo scoprire “il Bottu” sotto un’altra veste, quell’uomo bresciano dai valori profondi, che tende una mano verso gli altri.
Sappiamo che il tuo primo amore sportivo è stato il rugby: quanto ti ha temprato il carattere e rafforzato i tuoi valori personali? L’esperienza motociclistica, dell’enduro prima e dei grandi raid poi, quanto ti ha formato come uomo?
BOTTURI: Ciao, si, Il mio primo sport a livello agonistico è stato il rugby, per me è tutt’ora uno degli sport di squadra più completo e bello in assoluto, insegna moltissimo, soprattutto la cosa più importante: “ il rispetto”
Durante una partita, in campo si danno e si prendono tante “botte”…. poi dal momento che l’arbitro fischia il fine partita si va a mangiare e bere tutti insieme, si vive il cosiddetto “terzo tempo”, per me ovviamente questo vale tutt’ora con i miei avversari delle due ruote.
RRR: Puoi farne una metafora di vita?
BOTTURI: la mia più che una metafora è una filosofia di vita: mai mollare, crederci sempre e guardare avanti!!!
RRR: Quanto mantieni il tuo equilibrio emozionale quando qualcuno ti mette… “i bastoni tra le ruote”?
BOTTURI: Ad un vero professionista non può mancare la tenacia e la forza, sono queste componenti che fanno la differenza!!! Chi pratica uno sport ad alti livelli non può farne a meno o sei forte “di testa” o sei fuori, quando cadi devi rialzarti più forte di prima… quando le cose non vanno bene bisogna continuare a credere negli obbiettivi e andare avanti, queste caratteristiche ovviamente ti danno la capacità di fare scelte sia sportive che nella vita, con determinazione .
Per una persona esposta in qualsiasi settore è normale ogni tanto avere i bastoni tra le ruote, ho la fortuna di avere un carattere che mi permette di riuscire a sorvolare al momento, anche se ci soffro e mi fa male, la risposta migliore è una bella vittoria, anche se non nego che quando mi è capitata l’occasione giusta, sotto forma di battutina, qualche sassolino dalla scarpa l’ho tolto!
RRR: Dopo tanti anni di esperienza, in senso formativo, cosa consigli ai giovani piloti?
BOTTURI: Quello che posso consigliare, con un po’ di esperienza maturata in questi anni, è di crederci sempre, crearsi uno stile di vita adeguato, non si diventa forti e vincenti per caso, bisogna curare tutti gli aspetti e i momenti della giornata, pianificare gli allenamenti, gli svaghi, i riposi, curare l’alimentazione e, soprattutto, “martellare” sempre!!!
RRR: Sappiamo che sei impegnato nel sociale, ci vuoi raccontare del tuo progetto, a chi si rivolge e quale contributo vuole dare al mondo?
Mi ritengo fortunato, e se posso rendere felice chi non lo è stato o chi sta passando momenti difficili, lo faccio con piacere; quando mi invitano a qualche serata di beneficienza cerco di liberarmi da qualunque impegno per essere presente… ricordo, a dicembre, quando siamo riusciti a portare in reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Civile di Brescia, la mia moto e quella di Valentino Rossi, coinvolgendo Yamaha e addirittura Valentino che ha mandato il Sig. Fratesi, del suo fans club, a portare vari gadget per i bambini dell’ospedale… è stato bellissimo vederli gioire insieme alle loro famiglie.
RRR: Che effetto ti fanno le gare in giro per il mondo, solitamente in paesi disagiati, per quanto riguarda il fattore umano?
BOTTURI: Se paragoniamo come viviamo noi e le comodità che abbiamo e poi vedere ancora così tanta povertà fa male… capita di incontrare bambini in mezzo al nulla senza riuscire a capire come possano essere arrivati fin lì, ti chiedi come vivono, magari sono poco vestiti, e mal nutriti… è atroce, ti senti impotente…
RRR: Ale, un tuo sogno nel cassetto?
BOTTURI: Sembrerà strano ma non ho un vero sogno nel cassetto.
RRR: Dopo 7 Dakar e tante vittorie, mettiamoci anche qualche piccola “sfiga” ultimamente, ora sei ritornato alla grande… next Dakar?
BOTTURI: Non so se farò la prossima Dakar, mi alleno come sempre, farò qualche gara in Africa, poi con Yamaha Italia decideremo…
RRR La decima domanda la vuoi fare tu?
BOTTURI:Perché no!!! Com’è che in Italia è molto complicato organizzare un Team per partecipare alla Dakar, quando gli sponsor di settore sono della maggior parte italiani??!!!
E con questa breve ma intensa intervista per chi non lo conoscesse Alessandro è questo, un gigante buono con veri valori della vita e sportivi… GRAZIE BOTTU… e indagheremo sul perché della tua domanda!
Ps. io un sogno nel cassetto l’ho realizzato!!!
William Modanesi
ehi ehi socio! 🙂 e io?
Orpo! socia! come farei senza di te? Chiara Zoppellaro, il mio personale “dietro le quinte” 🙂