DA TANGERI A CAPE TOWN

DA TANGERI A CAPE TOWN ATTRAVERSO IL CUORE DELL’AFRICA: COLORI E SAPORI DELL’INCREDIBILE AVVENTURA DI DUE GIOVANI ESPLORATORI IN VIAGGIO NEL CONTINENTE NERO CON I LORO LAND ROVER
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E’ da Sassello, paesino dell’entroterra ligure, che ha inizio la prima grande esplorazione in terra d’Africa di Diego Assandri e Luca Oddera, appassionati di viaggi e fotografia…

Un’avventura con la A maiuscola che li accompagna in quella che a ragione può essere definita l’impresa più difficile mai realizzata sino ad oggi: la discesa dell’Africa dell’ovest. Dal Marocco al Sud Africa, Assandri e Oddera percorrono migliaia e migliaia di chilometri alla guida dei loro Land Rover Defender 90 attraversando alcuni fra i più suggestivi paesi del continente nero. Un viaggio di mesi che non placa però il loro desiderio di avventura e di conoscenza del mondo africano tant’è che nel 2007 sono pronti a tornare nuovamente in Africa: assieme diventano protagonisti di “Up the Africa”, la risalita ad est che partendo da Cape Town porta i due equipaggi ad attraversare Botswana, Zimbabwe, Tanzania, Rwanda e Congo RDC per aimagepprodare in Egitto. Una spedizione di quasi tre mesi che permette di raggiungere anche la Repubblica Democratica del Congo dove Diego e Luca consegnano a una comunità religiosa i soldi ricavati dalla raccolta fondi effettuata in Italia per finanziare il progetto di costruzione di un refettorio per l’orfanotrofio di Irambo Kalehe, sulle rive del lago Kivu. Grazie alla loro passione per le esplorazioni e per il fuoristrada, i due giovani liguri tornano un’altra volta in terra d’Africa: è il 2009 quando “Poto Poto” diventa la terza grande Transafrica. Accompagnati dai loro Defender Td5, Diego e Luca diventano i portacolori dell’associazione “Amici per l’Africa”, il sodalizio umanitario fondato dallo stesso Assandri. Ecco colori, sapori, gente d’Africa e paesaggi incontrati in questo incredibile viaggio al centro della terra.
“Down the Africa”: dal Marocco al Sud Africa attraverso 11 paesi
Tangeri, Marocco. Con lo sbarco al porto inizia la discesa dei Defender 90 verso sud che, dopo aver macinato oltre duemila km di asfalto lungo la costa atlantica con tratti di sabbia intervallati da alte scogliere a picco sull’oceano a fare da sfondo, attraversano i territori dell’ex Sahara Spagnolo per entrare in Mauritania, il paese delle antiche biblioteche del deserto (da Cinguetti a Ouadane), degli Imraguen, i pescatori neri che utilizzano il passaggio dei delfini per sospingere verso le loro reti da pesca i cefali dorati che popolano l’acqua di Capo Timiris e delle oasi dei Mauri, popoli nomadi per tradizione. L’ingresso in Mali porta quasi diretti a Tombouctou, leggendaria città africana a sud del deserto del Sahara e a nordovest della foce del fiume Niger. Per lo più sconosciuta dagli europei che poco sapevano su quest’oasi se non dalle descrizioni di geografi e viaggiatori musulmani (fra cui Leone Africano), solo nel 1828 il francese Caillié riuscì a raggiungere la città aggiudicandosi così, grazie ad un’ impresa che aveva dell’impossibile, un ricco premio in franchi messo in palio dalla Società Geografica Francese. La moschea di Djinguereber, magnifico esempio delle tradizioni tecniche di costruzione di una città del deserto, fa parte assieme ad altri luoghi di culto a quelli riconosciuti nel 1988 dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Attualmente Tombouctou è in grave pericolo a causa della sabbia del deserto che, trasportata dai venti sahariani, sta seppellendo a ritmo preoccupante, i suoi edifici: ad opporsi al destino di città dimenticata sotto le dune di un deserto che avanza è oggi la tenacia dei suoi abitanti impegnati a salvaguardare, per quanto possibile, testimonianze dell’antico splendore. Niger e Nigeria – con le riserve dell’Air e del Ténéré e con i parchi naturali a sud del delta del fiume Niger ricco di piante esotiche ma anche di leopardi, gorilla e ippopotami – hanno fatto da landscape al viaggio che ha portato Diego e Luca con i loro Land Rover sino in Camerun, ex colonia francese e britannica, fra i paesi più variegati dell’Africa intera per natura e cultura: foreste tropicali e parchi faunistici abbracciano moderne metropoli fra cui Yaoundè e Douala, prima città e centro industriale di questo paese che si affaccia imagesull’Atlantico. Dalla Repubblica Democratica del Congo, ex Zaire, all’Angola l’attraversata alla guida del 4×4 si è trasformata in una vera e propria esplorazione con sosta al parco nazionale di Kissama, nella provincia di Bengo, fino alle cascate di Calandula, a Malanja. Passando attraverso la giungla e i terreni fangosi del cuore dell’Africa, la prima Transafrica si è infine diretta in Namibia dove il parco nazionale Etosha è stato fra i protagonisti indiscussi di “Down the Africa” grazie alla vegetazione e ai big five, i grandi animali africani. Cape Town, con l’imponente Table Mountain, le spiagge assolate ma anche gli incantevoli vigneti e la sua natura selvaggia, ha accolto l’arrivo di questa prima spedizione targata Assandri/Oddera.
Da Cape Town all’Egitto: la grande risalita ad est
Equipaggiati con pneumatici tassellati per affrontare i terreni più fangosi e argillosi di Tanzania, Uganda ed Etiopia, nel 2007 prende il via la risalita est del continente africano che accompagna i due ragazzi e i loro fuoristrada alla scoperta di luoghi incontaminati dove gli incontri con animali e gente del posto sono cuore pulsante di questa nuova grande avventura. Modernità e strade asfaltate del Sud Africa lasciano presto spazio alla natura selvaggia di Botswana e Zimbabwe dove agli occhi del mondo occidentale regnano indisturbate foreste e savane, vulcani innevati, montagne ricoperte di fitta vegetazione e fiumi ricchi d’acqua con cascate che lasciano senza respiro. Ma c’è dell’altro e a dimostrarlo è il Gran Zimbabwe, il giacimento archeologico più importante dell’Africa nera. Per i Defender inizia la risalita in direzione Malawi dove il parco nazionale dell’omonimo lago accoglie la nuova tappa del tour “inside the” Africa. Anch’esso considerato patrimonio dell’Unesco dal 1984, il lago Malawi ospita alcuni esemplari unici presenti nel continente africano fra cui il coccodrillo del Nilo, l’ippopotamo e l’aquila pescatrice, il grande rapace conosciuto come “la voce dell’Africa”. Protagonista di scatti fotografici d’autore, ecco la Tanzania raggiunta dal Malawi attraverso piste di terra battuta rossa. Dal Serengeti alla riserva naturale di Ngorongoro, il più grande cratere vulcanico del mondo dove mandrie di erbivori perennemente insidiati dai leoni si abbeverano all’alba e al tramonto sulle sponde della grande pozza centrale, l’esplorazione di Diego e Luca è un continuo susseguirsi di incontri con gente africana con racconti di storia e tradizioni protagonisti di quello che sarà il grande reportage di viaggio. L’Uganda, con il parco nazionale del imageRuwenzori, il Kenia e l’Etiopia con le chiese rupestri di Lalibela sono per Assandri l’ultimo impegnativo percorso lungo il lato est dell’Africa da effettuare alla guida del Land Rover prima di raggiungere l’Egitto senza per questo dimenticare però quella che si può definire la tappa per eccellenza di questa seconda spedizione: la Repubblica Democratica del Congo. Se ad attirare l’attenzione di turisti ed appassionati di natura selvaggia sono da sempre i monti Virunga (per gli aborigeni le montagne del fuoco) dove si possono incontrare gli ultimi esemplari protetti di gorilla di montagna, il lago Kivu diventa meta principale dell’esplorazione dei due italiani. Ad Irambo Kalehe, piccolo villaggio sulle rive del lago, c’è un orfanotrofio che accoglie i bambini a cui la guerra ha portato via i genitori: affrontando il Kivu da sud a nord nel tentativo di uscire illesi da una delle feroci guerre civili che purtroppo ancora oggi caratterizzano la vita quotidiana dei congolesi, Diego e Luca consegnano i fondi necessari per la costruzione del refettorio nutrizionale fra i sorrisi dei piccoli allievi. Un grande gesto di solidarietà che nonostante le enormi difficoltà avvicina sempre di più ad un popolo dai mille volti, tutti ugualmente straordinari.
“Poto Poto” 2009 attraverso Burkina Faso, Togo e Benin
E’ “Poto Poto”, il nome di uno dei sobborghi più poveri di Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo (da non confondere con l’omonima Repubblica Democratica) la terza esplorazione dei due giovani liguri attraverso l’Africa. Miglior nome non poteva essere scelto visto che la traduzione letterale di “Poto Poto” è “pantano”….e di terra mista ad acqua e polvere Diego e Luca ne hanno incontrata non poca durante questo viaggio che, ancora una volta, li ha condotti all’estremità del Sud Africa passando, neanche a dirlo, per il Congo. Con le piste di Marocco, Mauritania e Mali già percorse nel 2006, imagel’esplorazione dello scorso anno ha visto i due equipaggi soffermarsi soprattutto in Burkina Faso dove i 4×4 hanno raggiunto i villaggi lungo il fiume Nakambè dopo giorni e giorni di guida. Lasciato il massiccio di Banfora a nord, il GPS ha puntato direzione Togo, la stretta striscia di terra fra Ghana e Benin con la capitale Lomè affacciata sul Golfo di Guinea: gli itinerari meno battuti dalle rotte turistiche (poche a dir la verità) – con mercati, villaggi sperduti e feste della tradizione locale – sono stati invece i più ricercati da Diego e Luca che dopo alcuni giorni di permanenza hanno lasciato il piccolo paese africano per raggiungere il Benin. I villaggi di pescatori costruiti su palafitte nella laguna di Porto Nuovo hanno fatto così da scenario ai tanti km off road percorsi dai due Defender 90 su questo territorio che vanta purtroppo strade in pessime condizioni di manutenzione e infrastrutture malridotte anche se le condizioni economiche e di sicurezza generali sono decisamente migliori rispetto a quelle dei paesi confinanti. In Camerun e Rwanda ma anche in Tanzania e Mozambico, i portacolori dell’associazione “Amici per l’Africa” hanno incontrato volti e conosciuto storie della gente locale grazie all’accoglienza e all’ospitalità ricevute e alla grande umiltà con cui si sono presentati al mondo africano. Al rientro in Italia non potevano trascorrere che pochi mesi dall’idea di una nuova avventura che li accompagnerà per tutto il 2011. Il nome è già stato scelto: OutSea, fuori dall’acqua. Ma questa è un’altra storia.

 

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Testo Sonja Vietto Ramus
Foto Assandri & Oddera

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