IL MAL D’AFRICA

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Cos’è il mal d’Africa? È contagioso, si può trasmettere come un raffreddore? No, purtroppo no! Come si fa a trasmettere ad altre persone una grande emozione quale è l’Africa? Non si può!Il mal d’Africa si contagia solo laggiù, solo dove puoi sentirne l’odore, puoi assaporarne la natura e dove il richiamo è forte, come un buco nero, verso il quale chi si avvicina troppo ne viene risucchiato. Mal d’Africa … certo! Perché alla fine è un dolore, un male che colpisce chi torna nel proprio paese, alle proprie abitudini, al lusso, all’eccesso, ad una società che si commuove di fronte ad un documentario sulla povertà ma poi spegne il televisore …..Umiltà dove sei! Io son stato a Lusaka, in Zambia.Ma posso assicurare che il ritorno a Milano è stato traumatico: veniva fuori e aumentava di giorno in giorno un’immensa nostalgia, una voglia di tornare e un forte disprezzo per tutto ciò che mi circondava. Che strano! Dopotutto è il contesto che mi ha sempre accompagnato per tutta la vita ..ma da anni è cambiata l’ottica con la quale osservo il mondo, un punto di vista nuovo.Inizialmente l’entusiasmo mi portava a raccontare a chiunque, parenti e amici, la mia esperienza, le mie emozioni. Mio grande dispiacere però mi accorgevo che le reazioni non erano quelle sperate. Alcuni mi rispondevano: “Ah si ..bello!” e poi se ne andavano e altri: “ma come facevi a toccare quei bambini sporchi? E se prendevi qualche malattia? No, io non lo farei mai!”.
L’Africa ti resta dentro come il più dolce e malinconico dei ricordi. Intensa come la sua gente, i suoi colori, i suoi profumi!
Se anche voi avete qualcosa da dire sarò felice di concedervi lo spazio per liberare le vostre emozioni! Ma sarò altrettanto lieto di ricevere proposte, collaborazioni, scambio di idee,
image William

2 pensieri riguardo “IL MAL D’AFRICA”

  1. Provo una sensazione simile. Non per l’Africa, dove non sono mai stata, ma per l’America, per i deserti del confine tra Stati Uniti e Messico, non l’America ricca e fighetta, ma quella di gente che vive anche tutta la vita in una roulotte o dentro qualche baracchetta. O anche per i nativi delle riserve che vivono con pochissimo e non desiderano altro. Sono quegli spazi immensi, incontaminati, selvaggi. Anche per me il ritorno a Roma è stato traumatico e da allora, dal primo viaggio, è cambiato tutto in me. Qui sto male. Non desidero ciò che desiderano gli altri e sono incapace di spiegarlo o forse sono gli altri che non sanno comprenderlo. Sono due situazioni molto diverse, Africa ed America, lo so, ma la sensazione è la medesima.

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    1. Ti ringrazio moltissimo, ma, poichè vorrei restare quanto più possibile anonima, non pubblico mai le centinaia di foto che ho. Mi limito a raccontare ogni tanto qualche momento particolare dei viaggi. Cmq la cosa più straordinaria è che tornando qui comprendi quanto siano stupide e inutili decine e decine di cose di cui la gente si circonda. Quanto sia vuoto l’apparire. Il disprezzo di cui hai parlato, è lo stesso che sento io.

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